Neppur si muove

Libye 2011 - Aéroport de Sebha
by Bertrand Pleutin

Sinceramente sono un po’ perplesso per quel che sta accadendo in Libia. La rivolta in atto è del tutto simile a quelle già avvenute in Tunisia ed Egitto e a quelle che avverranno probabilmente anche in altri paesi del nord-africa-medio-oriente se anche questa dovrebbe concludersi positivamente. Con una differenza: in questo caso l’esercito non si è schierato con il popolo, o quantomeno non interamente. Un’altra differenza è che il dittatore del caso non solo non ha intenzione di farsi da parte, ma ha investito l’ingente patrimonio che ha messo via in questi anni (ma credo anche il patrimonio del paese stesso) per pagare milizie di mercenari che a quanto pare stanno facendo la vera differenza. Leggi il resto dell’articolo

1.2.3…via

13 Luglio 2008, dopo tante attese, preparazioni e corse… siamo arrivati al gran giorno.

Ebbene si, oggi mi sposo. Mi sposo perchè amo la mia compagna e perchè vogliamo essere una famiglia. Alcuni non se l’aspettavano, vista la convivenza, ma per noi convivere non era un arrivo ma solo un passo vero l’obbiettivo (e poi, diciamolo, dividere matrimonio dall’imbastimento della casa è stato solo un bene per la nostra salute mentale e fisica!). Ci sposeremo in comune, nonostante una lunga militanza in seno alle organizzazioni della chiesa. E’ stata una scelta sofferta ma coerente col fatto che non ci riconosciamo in questa chiesa, in queste istituzioni ed in quel che la chiesa vuole che la chiesa sia. E proprio per i nostri trascorsi, avremmo ritenuto ipocrita presentarci davanti all’altare e dire di si a tutte quelle promesse sul crescere una famiglia secondo i dettami della chiesa, credere nel papa e nel clero e tante altre. Se non avessimo fatto quello che abbiamo fatto nel passato, probabilmente non ce ne sarebbe importato nulla ed oggi saremmo davanti a quell’altare.

In questi giorni, mesi, anni ci sono state vicine tante persone che vorrei ringraziare una ad una. I nostri parenti, i nostri amici più stretti, i nostri testimoni e tutti coloro che ci vogliono bene. Vi sentiamo vicini come non mai prima d’ora. Grazie.

Orsù, si parte, c’è ancora roba da fare prima che comincino ad arrivare i primi. Intanto abbiamo già perso la possibilità di mangiare sotto il portico: il tempo, nonostante la data estiva, non sembra clemente. Incrociamo le dita!

La coerenza non è della chiesa

Questa notizia ha dello sbalorditivo: i mendicanti non potranno entrare nelle chiese di Assisi. Politicamente parlando si può essere daccordo o meno, propendere per la difesa dei luoghi e dei monumenti oppure no. Entrambe le posizioni possono essere più o meno valide ma tutto questo non centra. Perchè non stiamo parlando di politica o ideologie, ma di coerenza. Si perchè San Francesco è definito il “santo mendicante”. E pensare ad un imposizione del genere nella città in cui viene venerato è quantomeno singolare. Ma, tristemente, ormai tipico di una chiesa che rifiuta i suoi stessi fondamenti.

Vorrei ribadire un concetto, per evitare di essere frainteso: non è la scelta del sindaco (da cui l’ordinanza) che critico, ma il benestare del clero. Si possono fare tutti i distinguo del caso, differenziare mendicanti di professione dai veri bisognosi, ma come sempre si finisce per fare di tutta l’erba un fascio. Ma mentre è più facile accettarlo dalla società civile dove purtoppo sempre più spesso ormai a pensar male ci s’azzecca, è molto più difficile capire ed accettare i comportamenti e preconcetti della chiesa.

La musica è cambiata

E’ notizia di ieri che la Apple è diventato il primo music-store degli USA. E’ incredibile come la apple sia riuscita dove tutti gli altri hanno fallito: fare soldi vendendo la musica da scaricare. Dopo la caduta di Napster ci hanno provato in molti ma è sempre andata male, poi è uscito iTunes e fin da subito ha rivoluzionato il modo di vendere la musica.

Il comprare “musica” è una questione soggettiva: c’è chi compra ancora solo vinili, chi ama le custodie dei cd, quelli che preferiscono avere tutto in un bell’hd. Io non sono di quelli che vorrebbero veder la musica venduta solo su internet, tutt’altro. Certo che se è un modo per avere un mercato illimitato e sempre nuovi gruppi da scoprire non ne può derivare che un bene. La pirateria è figlia della tracotanza delle major, dell’arroccamento su posizioni di monopolio, del loro voler spremere fino all’osso. Non di internet. Questa è la dimostrazione che viene data chiaramente da iTunes. E spero vivamente che questa vittoria faccia cadere l’ultimo macigno che ancora rimane sulla libera circolazione della musica: l’abbonamento flat. Jobs ci ha già provato ma le major stringono ancora le chiappe. Eppure. Pensiamo ad una flat a 4-5 dollari al mese a download illimitato. O anche no, facciamolo pure limitato ad una decina, quindicina di album. Quanti se la farebbero? Io penso parecchi. Parecchie persone che magari in un anno non li spenderebbero di certo quei soldi per comprarci cd.

Fatevi due conti. La musica è cambiata.

Il sorpasso

Voglio segnalarvi un fantastico lavoro fatto da un’amica: Il sorpasso

Buona visione!

Una lunga settimana

E’ stata un lunga settimana, piena di avvenimenti e di cambiamenti. E’ stata la mia ultima settimana sul progetto a Padova, l’ultimo mio progetto prima di approdare al gruppo più tecnologico di Nexen: Architecture. Ovvero, in pratica, basta padova, basta tornare a casa la sera, basta basket e poker di martedì. Si va a Milano. Anzi, ci sono già stato venerdì. L’ambiente è superfigo, palazzo nuovo, uffici nuovi, banca nuova anzi ancora in fase di creazione. La gente attorno a me parlava di cose tecniche: hardware, partizioni, installazioni, comandi. E si può usare linux senza essere presi per pazzi! Anzi, è consigliato… di conseguenza la prossima settimana provvederò all’installazione di ubuntu anche sulla macchina da lavoro.

La sistemazione a Milano dovrebbe essere in appartamento (ma di quelli fighi) se mi piace oppure in albergo. Ho tre giorni per provarlo ma le prospettive sembrano buone (adsl,tv piatta, lettore dvd/divx).

Comunque a Milano c’ero stato anche mercoledì sera, ma non si trattava di lavoro. Ero al concerto di Springsteen. Come sempre superbo ma per quello vi rimando all’apposita recensione.

Don Camillo

Ieri sera, per l’ennesima volta, ho guardato quel capolavoro cine-sociale che risponde al nome di Don Camillo. Un affresco di una vita, di una Italia che non c’è più, magnificamente delineato da Giovannino Guareschi e portato sullo schermo nei panni dei due amici-nemici dagli strepitosi Fernandel e Cervi. Le avventure del reazionario Don Camillo e del comunista Peppone sono a distanza di cinquantanni un esempio fresco, divertente eppure accurato della vita italiana del dopoguerra. Quando la lotta politica e sociale era forse ancor più aspra di quella odierna, ma dove il buon senso e l’interesse per il paese erano i metri di giudizio per le decisioni finali. Dove non c’era solo un susseguirsi di scarica-barile tra destra e sinistra, dove le proposte erano concrete e non parole al vento.

Cosa ci ha portato alla degenerazione che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni nella quale gli interessi personali e le ripicche hanno la prevalenza su tutto, dove l’immobilismo è ovunque ed la faziosità radicata?

Mastella DIMETTITI (ed altre frustrazioni a sinistra)

In un paese normale non ci sarebbe neppure da discutere. Sarebbero gli stessi protagonisti a fare la mossa prima che qualcuno glielo chieda. Eppure in Italia, il paese degli indagati che governano sembra quasi un’offesa chiedere una cosa più che normale. Abbiamo una classe politica piena di indagati, processati, perfino condannati. Abbiamo avuto un presidente del consiglio coinvolto in talmente tanti processi che neppure Nixon… eppure è ancora lì tranquillo nel tentare di dare spallate al governo.

Non fosse che per i tremori che mi assalgono al solo pensiero di rivedere Berlusconi, Tremonti, Bossi e compagnia bella al governo invocherei l’eutanasia. Anzi, invocherei un briciolo di coraggio: non accettare più ricatti da questo omuncolo da Ceppaloni. Facciamolo cadere noi il governo piuttosto che lui. Ed invece non si può perchè il grande male d’Italia, il barzellettiere di Arcore, è ancora li a bloccare tutto. E’ chiaro, anzi lampante: se non ci fosse lui ad aspettare questo governo-ostaggio sarebbe caduto già da un pezzo. Il bello è che dovrebbero averlo capito anche i suoi che è ancora lui (dopo ormai quasi quindici anni) l’unico collante di un centro sinistra da terzo mondo. Ma come fai a far fuori un capo padrone? Anzi, visto il caso, un capo “proprietario”? Non xe poe (come si dice da queste parti).
E così, con l’aiuto della destra ci tocca subire questo squallido barcamenarsi sperando in un futuro migliore o in una nuova tangentopoli. Ma a quanto pare hanno trovato il modo di scongiurare anche quella…. una volta i magistrati bisognava farli saltare in aria, ora li puoi sostituire o spostare i processi (a seconda della parte politica, ognuno ha il suo stile).

Piangiamo e prepariamoci a scavare.

Governo che cambia incompetenza che rimane

Quanto siamo messi male. Siamo in mano a vecchi. A gente che non vede aldilà del proprio naso. Che pensa al futuro quando non lo vedranno neanche. Gente che si professa competente e che invece non capisce nulla di nulla. Si è partiti con i superignoranti (in quanto “ingorano” quello di cui legiferano sia ben chiaro!) Stanca ed Urbani e si è finiti al superignorante Gentiloni. Destra o Sinistra pari sono. In un paese che si trova indietro anni luce nell’utilizzo di internet per colpa di infrastutture, legislature, monopoli e paletti vari, ci si può permettere di buttare giù una legge dopo l’altra di una inadeguatezza esasperante.

Dopo l’indecente legge Urbani (secondo la quale siamo tutti delinquenti, sia io che scrivo che voi che leggete), dopo le ridicole mosse di Stanca sull’innovazione (e il fantastico libretto per insegnare ad usare internet) ecco qui, a governo variato, all’ennesimo colpo gobbo: la legge LEVI secondo la quale

qualsiasi attività web dovrà registrarsi al ROC, ossia al Registro degli operatori di Comunicazione, se il disegno di legge si tradurrà in una norma a tutti gli effetti. Registrazione che porta con sé spese, burocrazia, procedure.

Subito la protesta dilaga nella rete e le risposte sono state nell’ordine “Non so” “bah” boh” “non ci si riferisce ai ragazzi che scrivono i blog” (vedi lettera a Grilllo). Sembra una barzelletta ma è proprio così:

Quando prevediamo l’obbligo della registrazione non pensiamo alla ragazzo o al ragazzo che realizzano un proprio sito o un proprio blog. Pensiamo, invece, a chi, con la carta stampata ma, certo, anche con internet, pubblica un vero e proprio prodotto editoriale e diventa, così un autentico operatore del mercato dell’editoria.

Loro PENSANO. E allora, una buona volta, quando scrivete una legge LEGGETE quel che scrivete! Perchè a quanto pare ciò che è scritto in questa proposta di legge è che se non si paga il pizzo si finisce in GALERA. Come per lo scarico di un qualsiasi documento non registrato presso chissa quale ufficio “urbanizzato”. Altro che internet, andiamo a stuprare qualcuno o scalare banche, tanto ce la si cava con molto meno.

Disgustorama.

Sky Life

Ebbene si, anch’io ho ceduto al fascino della tv a pagamento. Diciamo che in realtà aveva già ceduto la mia compagna che dopo un paio d’anni di Sky passati a casa ne sentiva alquanto la mancanza. E così gliel’ho regalato per compleanno.

Pagare per vedere la tv sembra effettivamente uno spreco anche se devo dire che, per quanto ho potuto osservare quando mi capitava di essere a casa sua, ci sono alcune cose che effettivamente meritano. A parte i telefilm (che rimangono la principale attrattiva per la mia donna 😉  ) quello che mi affascina maggiormente è la possibilità di scegliere. Sembra stupido ma se uno non vuole vedere la De Filippi può farlo anche senza chiudere la tv. A parte gli scherzi i canali dedicati sono una gran cosa. Se voglio vedere un documentario naturalistico, piuttosto che uno storico, piuttosto che determinate e specifiche cose so dove andare e so che non troverò mai dei ragazzini che fanno finta di ballare o quattro vecchi che si credono ringioviniti o tutte le puttanate che ci compaiono sui 6 canali nostrani. E se voglio vedere dello sport che non sia il calcio l’unica, purtroppo, pagare. Ma almeno lo vedrò, a differenza di quando i diritti del basket erano della rai che mostrava mezza ( a volte un quarto) di partita a settimana.. (dico basket perchè mi riguarda più da vicino ma anche gli altri sport non sono messi meglio).

Certo, tutto ciò si può ritenere piuttosto inutile dato che si potrebbe benissimo chiudere la tv e dedicarsi ad altre attività. Vediamo come va, posso sempre disdire dopo attento esame.

Per concludere una cosa che ho visto stamattina: Sky Tg24 (che, stando alle classifiche, sembra essere il miglior telegiornale italiano…vedremo anche qui..). Alla lettura dei giornali il giornalista giocava con un tavolo spaziale: un’incrocio tra lo schermo di Minority Report e gli effetti di compiz per linux. Sembra quello che ho letto voler diventare il Surface della Microsoft ma non avendolo ancora visto non posso confermare. E’ un enorme schermo fatto a tavolo sul quale il giornalista trascinava le pagine dei giornali, sottolineava i titoli, ingrandiva, spostava… tutto con le dita. Fico!!