Lesivo della Costituzione

Oggi, il sottosegretario (nonché ex-ministro) Giovanardi ha reso delle dichiarazioni a mio avviso sconcertanti. In pratica ha detto che la pubblicità dell’IKEA che vedete qui sopra è lesiva della costituzione in quanto usa un termine (famiglia) con una accezione in contrasto con quanto dichiara la nostra carta costituzionale. Ora, al di là del fatto che mi risulta che nel nostro paese ci sia ancora, ma forse per poco a quanto pare, libertà di pensiero e di espressione, quello che mi fa ridere è che non mi pare minimamente che l’immagine sia in polemica con la nostra costituzione. No dico, ma l’ha vista o gliel’hanno raccontata e l’ha capita male? E poi ci si domanda perchè succede quel che succede in Italia.

Inoltre, se proprio vogliamo metterla sul verosimile, se questo è lesivo della costituzione mi pare che l’accezione di Stato che hanno il nostro presidente del consiglio ed alcuni suoi ministri (specie quelli che espongono drappi verdognoli) sia ben più lesivo.

Wi-Fi libero finalmente in Italia?

wi-fi
by Palagret

Ebbene si, dopo anni di attesa forse potrebbe diventare normale anche in Italia collegarsi ad internet da un luogo pubblico. Sembra infatti che un tardivo partito trasversale abbia convinto Brunetta a chiedere a Maroni l’abolizione del terrificante (tecnologicamente parlando) articolo 7 della legge Pisanu, ovvero quell’articolo che costringeva chi voleva condividere una rete wi-fi a triplici salti mortali e costi non trascurabili. Già perchè dietro alla scusa dell’antiterrorismo non rimaneva che la assoluta incompetenza di una classe politica o forse la solita corsa al balzello più inutile a difesa degli interessi di pochi (si, proprio gli operatori).

Ma ora, a danni fatti (almeno 5 anni di ritardo rispetto al mondo internettizzato), il paladino della tecnologia Brunetta si dice fiducioso di portare a casa il risultato nel prossimo CdM. Speriamo che le sue date non siano come quelle di Berlusconi sul ministro allo sviluppo altrimenti ci toccherà aspettare l’anno prossimo…

BeautifulLab

Visto il successo della saga di Beautiful, ecco arrivare la storia tra Berlusconi e Fini (non c’è ancora su youtube).

Spettacolare!

Se ve lo siete perso, sotto riporto anche la versione da cui nasce tutto: la saga di Beautiful!

61

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Photo by messtiza

Ieri mattina ascoltando la rassegna stampa Radio24 ho sentito il conduttore Alessandro Milan indicare in 60 i giorni consecutivi nei quali “Il Giornale” dedicava il titolo di apertura alla presunta casa monegasca di Fini. 60 giorni. In pratica due mesi. Come se non fosse successo altro nel mondo al di là di un caso che, pure fosse vero, non sarebbe quasi certamente neppure perseguibile in quanto non configurerebbe alcun reato. Sarebbe, sempre se appurato, un “caso etico”, ma viene quasi da ridere se si pensa a quanti “casi etici” siano stati bellamente ignorati o quanto meno risultati poco rilevanti dai diretti interessati.

Ma al di là di questo.

In Italia non è successo nient’altro? Stiamo tutti talmente bene che il caso principale da cui non distogliere mai l’attenzione sia questo?!? E badate che mica sto scrivendo che non ne debbano parlare, ma diamine, 61 giorni di titolo principale!! La stessa cosa pensavo della lunga e noiosa bega delle 10 domande di Repubblica, ma almeno in quel caso le 10 domande stavano nelle pagine successive…

E’ tutto qui il giornalismo in Italia? Notizie di cui ai cittadini italiani non frega assolutamente nulla? Case a montecarlo di politici, conti svizzeri, relazioni amorose tra nullità, dinastie trotaiole… parlassero invece di stato dell’economia, di prospettive, proposte per uscire dalla crisi. Invece no, dalla carta alla politica il passo è breve e quindi ci tocca subire proposte parlamentari per modificare l’inno italiano, processi brevi, intercettazioni, le perenni immondizie di Napoli che vengono nascoste e ritirate fuori un giorno si ed uno no, le solite banali richieste sindacali anacronistiche e demenziali…

Che due palle…

Fini

Divorce Cakes a_009

Foto by DrJohnBullas

La domanda è interessante: cosa ci faccio una domenica pomeriggio, moglie e figlio al mare, sinistroide come sono, a guardare per un’ora e mezza un comizio di Fini? Beh, innanzitutto, essendo uno che legge i giornali e segue la vita politica, un briciolo di curiosità c’era, quantomeno per vedere cosa ci prospetta l’autunno politico. Ero curioso di sentire, soprattutto, come avrebbe motivato un eventuale rottura. Leggi il resto dell’articolo

Referendum

Com’era prevedibile il referendum se n’è andato ancora una volta come un’immane spreco di soldi. E la colpa, vorrei sottolinearlo, è della classe politica che, quasi interamente, ha fatto di tutto per cassarlo. Questo come quelli precedenti. Finalmente però si parla di cambiarlo, ma in maniera nuovamente prevedibile, nel modo sbagliato. Le voci che circolano riguardano un’aumento delle firme necessarie: un pagliativo del tutto inutile. Basta vedere i numeri: 500.000 firme attuali hanno portato al voto 10 milioni di persone. Davvero siamo convinti che 1 milione di firme ne porterebbero 20 milioni? o sarebbero sempre gli stessi 10? Io propendo per quest’ultima ipotesi. Bisogna abrogare il quorum. Perchè, come ho già avuto modo di dire, o sei favorevole o sei contrario. E se sei una di queste cose devi andare a mostrarlo col voto. Se non te ne frega nulla, allora vuol dire che ti va bene tutto, sia il Sì che il No. Non ha senso che questi non-voti vadano sempre al No. O così o buttateli nel cesso, tanto i partiti se ne sono sempre strafregati: non è un caso che negli ultimi referendum validi i risultati siano stati spesso ribaltati dalla classe politica (sistema maggioritario, privatizzazione rai, liberalizzazione degli orari dei pubblici esercizi…).

L’italia della lega

E’ quello che vogliamo? Evidentemente si. Ogni paese ha i governi che si merita.

Padroni a casa propria, salvo poi regalare la terra agli USA (1,2). E sia ben chiaro che io non sono un “No Dal Molin”, sempre per la stessa frase riportata sopra. Chi vota merita quello che ha.

Elezioni

Fatte anche queste. Non voglio però parlare dei risultati italiani, di una banalità fantastica, ovvero previsti con largo margine (chi avrebbe puntato su un risultato maggiore del 25% del PD? chi poteva credere alle baggianate del 50%60%70%120% sparate dal B.? chi non poteva notare la deriva isolazionista,razzista, oltranzista,  e giustizialista su cui soffiano, ognuno dal proprio lato (ma sono poi così diversi??), Idv e Lega? Chi poteva anche solo sperare che le mille sigle della sinistra moribonda ha lanciato seguendo i peggiori istinti sinistri). Quindi usciamo da queste noiosità ed andiamo a qualcosa di più interessante, che ovviamente non sta in Italia. Bisogna infatti andare in svezia, per trovare che un piccolo partito di recente formazione, ha preso piede ed è riuscito non solo a superare la soglia di sbarramento, ma addirittura a catturare il 7,1% dei voti. Si tratta del “partito dei pirati”. Al di là del nome folkloristico (ma possiamo parlare noi che abbiamo un “popolo” per partito?) si tratta di un partito nato 3 anni fa con l’intenzione di ridare voce alla gioventù internauta che ha visto “spazzar via bit dopo bit, il proprio stile di vita” dai propri governanti (che non sono certo vecchi come i nostri). Si sono schierati apertamenti contro lo stravolgimento delle norme sulla proprietà intellettuale imposte dalle major cinematografiche e musicali (le quali ormai dovrebbero aver capito che per continuare a fare soldi dovrebbero adeguarsi e far fruttare internet). E la battaglia per la proprietà intellettuale non è scaricare musica o film gratis! Dietro le leggi che vogliono impedire il download illegale ci sono controllo totale delle informazioni, limitazioni alla libertà personale di informazione e di pensiero, ghigliottine elettroniche per emarginare chi la scrive (pensa) in maniera diversa. In base alla legge Urbani questo blog, come il 99,9% degli altri, sarebbe illegale. Internet stesso sarebbe illegale. Chiunque scriva qualcosa (un post, una mail, uno stato di facebook) dovrebbe avere una sorta di bollino digitale (ovviamente a pagamento) da digitare. Ovviamente è una legge scritta da incompetenti e di conseguenza non applicabile. E’ possibile avere leggi che devono essere seguite in alcune parti e non in altre?!? Incompetenza è la parola chiave. Ed ignoranza. Se i partiti italiani non sanno cos’è internet e come funziona, nel 2009, non servono a nulla.

Puttanate

Vorrei spendere due parole sull’ultimo uovo di colombo proposto dal nostro presidente. Non contento di offendere pubblicamente la costituzione ed il parlamento ad ogni passo, si è lanciato in una nuova campagna: tra le sue solite boutade, all’assemblea di confindustria ha detto che bisogna ridurre i parlamentari. Condivisibile anche se i propositi sono diversi: da una parte si vorrebbe diminuire gli sprechi di tempo e denaro, mentre dall’altra (la sua) si vuole puntare all’eliminazione di ogni forma di controllo sul governo. Ma non è questo il punto, tornare alla monarchia può essere anch’essa una posizione legittima. Quello che vorrei contestare, e più propiamente definire una puttanata da ignorante demagogo, è il “metodo” proposto. Il nostro premier, per evitare ostruzioni dal parlamento, incita alla legge popolare. Bello, figo, l’uovo di colombo, bypassiamo il sistema. Peccato che il nostro “presidente” non sembri conoscere ne la costituzione ne le procedure parlamentari (ma probabilmente è solo la solita finta: tanto il popolino è cretino). Punto uno: una legge di iniziativa popolare segue lo STESSO iter di una legge di proposta parlamentare, con le stesse discussioni in aula, le stesse votazioni e dunque gli stessi problemi di “capponaggio” come lo definisce il premier. Punto secondo: vorrebbe quindi forse intendere che se presentassero firme di un altissimo numero di italiani il parlamento si sentirebbe “costretto” ad avvallare il volere degli elettori? Evidentemente soffre di perdita di memoria, data l’età, dato che sono INNUMEREVOLI i casi di totale menefreghismo della classe politica e parlamentare rispetto al volere degli elettori, basta vedere come hanno totalmente ignorato gli esiti di numerosi referendum ad esito schiacchiante, come quello sul finanziamento pubblico ai partiti, o quello sulla legge elettorale maggioritaria etc etc etc. Punto tre: se l’iniziativa popolare fosse la soluzione per bypassare il parlamento come mai le leggi di iniziativa popolare proposte in questi anni (ad esempio quelle proposte da grillo) sono sepolte in parlamento e mai verranno neppure discusse?

Puttanate, come le tante promesse fatte da ambo le parti in campagna elettorale (qualcuno ha parlato di province?) come quella attualmente in corso.

Berlusconi-Mills: registrate!

Un consiglio: registrate l’intervento di Berlusconi in parlamento. Sarà un documento storico perchè, con tutta probabilità (visto ciò che il premier lascia intendere), dimostrerà al mondo che in Italia c’è qualcuno al di sopra della legge che vuole e può essere giudicato solo da se stesso. Ovviamente non so cosa dirà ma l’idea è quella di un parallelo neanche troppo paradossistico del celebre discorso di Mussolini al parlamento sull’omicidio Matteotti. Ovviamente il parallelo non è nell’argomento, ma nel merito politico e nella forma.

Staremo a vedere, ma io preparo il videoregistratore.